Riguardo l'esposto firmato dai condomini contro il distributore ENI, disatteso dalla Pubblica Amministrazione, Linda Maggiori, nota blogger, scrittrice, ambientalista, attivista, e della quale mi onoro di esserne amico, mi/ci invita a scrivere ai giornali locali. Una strada senz'altro da percorrere per indurre la Pubblica Amministrazione perlomeno a una qualche doverosa risposta.
C'è inoltre da rilevare che su questo problema del distributore Eni si misura effettivamente la solidarietà, in primis della scala A, e a seguire dell'intero condominio. Infatti il problema, almeno nei suoi risvolti più visibili e immediati, quali il rumore dei compressori e le dispersioni di gas, vengono diversamente vissuti dai proprietari degli appartamenti a seconda che siano ivi residenti o meno, ma anche dalla loro progressiva lontananza nella successione delle varie scale a partire dalla scala A, quella maggiormente esposta. Comuni a tutti sono invece le evidenze e le conseguenze delle emissioni di COV, dell'aumento dell'effetto conosciuto come "isola di calore", oltre il danno di quello sciagurato scempio urbanistico ed ambientale inaccettabile per città del terzo millennio che mirano alla resilienza e alla qualità della vita.
Di seguito il mio commento al suo post al quale ha già risposto nella sua pagina Fb:
"Carissima Linda mi sembra che la vicenda di Faenza, della quale hai fatto l'impietosa cronistoria, appartenga allo stesso tema della mia vicenda a Roma con l'Eni. Appartiene insomma allo sciagurato consumo di suolo orchestrato con le pubbliche amministrazioni e al quale una sinistra ecologista non sa opporsi, come non sa opporsi l'indifferenza di una cittadinanza colpevole. Massini ieri sera su La7 è stato grande con il suo monologo sull'indifferenza. Una indifferenza che colpisce anche gli ambientalisti che non sanno colpire e non sanno sfruttare neanche le occasioni per opporsi, come per esempio nel mio emblematico caso con un esposto firmato da quasi 114 famiglie. Perché non cavalcare il nostro esposto e la nostra denuncia resa pubblica anche da un mio sito e su YouTube? Dov'è la politica? Dove sono i cittadini? Dove gli ambientalisti? Perché invece non "ricucire" tutte queste vicende e farne un caso nazionale? Dobbiamo restare solo voci isolate che a volte non sanno neanche ascoltarsi reciprocamente? Non è in questo modo che potrà crescere la nostra forza, la nostra protesta e la nostra proposta."
LINDA MAGGIORI
Vi racconto una storia.
Gennaio 2019 Il Comune di Faenza (centrosinistra), senza essere obbligato, tanto per togliersi uno sfizio, emana un bando per nuove urbanizzazioni. Bocciato l'emendamento che chiedeva di escludere dal bando il suolo agricolo.
Febbraio 2020 approvate 3 proposte urbanizzazioni, di cui 2 sono su suoli agricoli, definiti "interventi di ricucitura urbana" come se la città avesse bisogno di essere ricucita con il cemento (il verde è una ferita, a quanto pare?).
Nessun interesse pubblico, in queste urbanizzazioni: ville di lusso su suolo fertile.
Visto che era un po' brutto da far digerire agli elettori, PD e Art 1 alzano le compensazioni e chiedono anche un PONTE CICLOPEDONALE sul Lamone (emendamento approvato incluso nella delibera 20/2/2020). Un ponte effettivamente molto utile, perché collega i residenti in campagna a Sarna direttamente alla città, permettendogli di arrivare in centro in bici.
Votano contro le urbanizzazioni solo i 5 stelle (allora non erano in giunta) e l'Altra Faenza (che allora non si era ancora fusa dentro la Coraggiosa).
Giugno 2020 venduto l'orto della Ghilana alla Coabi (coop. edile), sfrattato l'ortolano che lo coltivava. Il terreno resta incolto, un bellissimo prato con erbe spontanee.
Gennaio 2021 la Coabi presenta le sue proposte di compensazione: NON C'E' IL PONTE CICLOPEDONALE ma altre compensazioni (tra cui un parcheggio, vabbeh bella compensazione).
Febbraio 2021: Chi aveva votato a favore dell'urbanizzazione, in cambio di un ponte ciclabile, si accontenta ora di molto meno e dice che il ponte non è prioritario. Di fatto perché costa troppo e la Coabi non accetterebbe mai di farlo.
Marzo/aprile 2021 il Consiglio Comunale deciderera' se accettare le compensazioni proposte.
Morale di questa storia:
1) mai fidarsi delle compensazioni e delle rassicurazioni dei politici. Ci sanno fare benissimo e contano sulla corta memoria della gente.
2) nessuna compensazione vale la distruzione del suolo.
3) per salvare il suolo non bisogna scendere a compromessi. Mai. Tanto c'è sempre un tranello dietro l'angolo.
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