Perché Tor Bella Monaca deve rassegnarsi a una pessima qualità della vita?
Perché dobbiamo vivere con le finestre chiuse?
Puntualmente poco dopo la mezzanotte il rituale dei fuochi d'artificio di Santa Coca con il loro assordante rumore e il grave inquinamento atmosferico prodotto ci ricorda l'abisso che ci separa da un minimo di civiltà e di decoro.
Se ciò non bastasse, la mano pubblica ha contribuito facendo la sua parte. L'autorizzazione al distributore Eni su via di Tor Bella Monaca ne è l'esempio più illuminante, il primo passo verso l'inferno.
Uno scempio urbanistico e un insostenibile consumo di suolo a favore della motorizzazione privata e degli interessi sul fossile che insieme al distributore IP (italiana Petroli) ha sostituito circa due ettari di verde, strategici per la resilienza e la vivibilità urbana, con del salutare cemento accompagnato da inquinamento acustico (dovuto ai compressori di gpl e metano) e atmosferico (COV), oltre alle inevitabili bolle di calore dovute alle superfici cementate.
Ricordiamo che Roma è una delle città più motorizzate e trafficate del mondo, la prima in Italia con 62 auto su 100 abitanti, a cui fa da specchio l'inefficienza del trasporto pubblico e una ampia casistica di incidenti stradali, 64 al giorno, con un elevato insostenibile numero di vittime e invalidi, io stesso quest'anno, investito sulle strisce zebrate, ne ho fatto parte e ne porto i segni permanenti.
Sono stato probabilmente il primo abitante di Tor Bella Monaca con l'acquisto della prima casa e sono stato ripagato in questo modo. Al proposito ricordo anche la sala giochi (alias Associazione culturale) con il suo corollario di risse, schiamazzi a notte fonda, stereo a tutto volume, e poi l'autolavaggio con il corollario di auto e allagamenti delle sottostanti cantine, ma ricordo anche il mancato ampliamento del marciapiede sempre in ossequio alla motorizzazione privata.
Anche la richiesta di una fermata bus polifunzionale su via Aspertini, nella quale far incontrare le linee 058, 059 e 20 permettendo ai cittadini di raggiungere con il primo mezzo in arrivo sia lo scambio con la metro C come anche il Policlinico di Tor Vergata, senza costringere a una improbabile rincorsa al suo avvistamento, non ha avuto alcun ascolto.
Un quartiere che aldilà delle sue premesse fondanti si è rivelato asservito alla coca e all'auto, un'altra droga anch'essa.
Cosa aspetta la società civile a reagire?
Perché non far partire un progetto di riqualificazione urbanistica e sociale del quartiere insieme al recupero dei giovani offrendo concrete alternative?
Perché questo assordante silenzio della pubblica amministrazione?
Perché vivere con le finestre chiuse, chiudendo anche gli occhi e le orecchie? Lo so, dovrei essere l'ultimo a parlare visto il mio scarso impegno e le mie scarse capacità, ma come potevo continuare a restarmene anch'io in silenzio...mentre ben udibili e visibili restano nella notte i fuochi artificiali e di giorno (e parte della notte) il compressore del metano?
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