Tor Bella Monaca: Un quartiere dove con irresponsabili autorizzazioni comunali la Carta di Aalborg è stata stracciata e cestinata a danno della sostenibilità e della vivibilità.

Roma del terzo millennio:

Dalla Roma dei Cesari alla Roma dell'auto

Un caso di invivibilità con evidente riduzione del valore e della godibilità degli immobili segnalato già alcuni anni fa al Comune di Roma

Ecco come Roma adempie agli impegni sottoscritti nella Carta di Aalborg:

I due distributori di carburanti (fossili) accoppiati su via di Tor Bella Monaca, che già di per sé costituiva fonte di inquinamento acustico e atmosferico, hanno sottratto del verde per un complessivo di circa 12.000 m². In tempi di cambiamenti climatici, e perdipiù con i noti problemi indotti dall'isola di calore urbana, i benefici ambientali sono indiscutibili.

Notare nella seguente immagine Gmaps l'estrema cura, la raffinatezza urbanistica, con la quale in sostituzione del verde alberato i compressori di gpl e metano siano stati posti in vicinanza delle abitazioni costate anni di sacrifici come prima casa.

Ascoltate l'audio dei seguenti video:

Il sottofondo musicale (il rumore di fondo) per alcuni residenti di TBM

La ninna nanna dell'AGIP

Il buongiorno si "sente" dal mattino!

Abbreviazioni usate:

TBM = Tor Bella Monaca

CdAa = Carta di Aalborg


Sorprese a 180 gradi...e a meno di 50 metri dalle abitazioni!

Come mai nel programma di Riqualificazione Urbana "Tor Bella Monaca" questo problema è stato completamente ignorato?

Diciamo basta all'inquinamento acustico, basta al degrado urbano e urbanistico! Vorremmo poter aprire le finestre, non solo d'estate, e respirare aria pulita, con nuove visioni, nuovi panorami, più vivibilità e bellezza! 

Vogliamo una città funzionale ai cittadini e al bene comune, non all'automobile.

Roma è una città in funzione del cittadino o dell'automobile?


Municipio 6 - Roma delle Torri

In un quartiere periferico di Roma, appartenente ad un Piano di Zona riferito alla legge 167/62, si può facilmente constatare con Google Maps l'eccessiva vicinanza di un distributore di carburanti, in particolare i compressori di Metano e GPL, alle abitazioni di cittadini che hanno affrontato anni di sacrifici per l'acquisto della prima casa. Si precisa che il distributore di carburanti è stato realizzato, a spese di un'area verde, diversi anni dopo l'acquisto delle abitazioni che all'epoca vennero scelte anche in funzione del verde e delle alberature di contorno.

Una attenta e oculata gestione da parte del Comune di Roma sulla concessione delle autorizzazioni, nonché una illuminata e lungimirante politica urbanistica, ha permesso all'Eni, in un'area compresa tra via Aspertini e via di Tor Bella Monaca:

  1. Sottrazione di aree verdi e consumo di suolo con modifiche "paesaggistiche" (un illuminato esempio di landscape design!).

  2. Diminuzione del valore patrimoniale delle abitazioni faticosamente acquistate.

  3. Inquinamento acustico (dovuto ai compressori di metano e GPL) e atmosferico-olfattivo (dispersione di gas) che impediscono l'apertura delle finestre.

  4. Creazione di bolle calore per effetto delle abitazioni private del verde.

  5. Diminuzione della qualità e sicurezza ambientale delle aree abitate intorno al distributore a motivo del noto problema dell'emissione di COV.
  6. Realizzazione dell'ennesima struttura funzionale al trasporto privato e al consumo di carburanti fossili in una città con un tasso motorizzazione fra i più alti del mondo e con un allarmante livello di inquinamento atmosferico (contravvenendo esplicitamente alle indicazioni della CdAa nei punti I.4, I.8, I.9, I.10).

I compressori e distributori di carburanti metano e Gpl (la cui rumorosità è confermata dagli stessi costruttori) non potrebbero essere almeno sostituiti da colonnine elettriche in coerenza degli impegni sottoscritti ad Aalborg? Oppure installati altrove e più lontani da abitazioni residenziali? Sono le domande e le richieste minime che congiuntamente rivolgiamo all'ENI e al Comune di Roma.

Certo Tbm non fa parte di una zona territoriale sottoposta a vincoli ambientali o paesaggistici e quindi i cittadini residenti di quella parte del quartiere, in Zona 167, si meritano certamente questo regalo di "pubblica utilità".

In un'altra scala di valori resta però un intervento sul territorio non in linea con una politica urbanistica volta alla sostenibilità, a mitigare il Riscaldamento Globale, a sviluppare il trasporto pubblico e a offrire più vivibilità ai cittadini residenti, ma anzi tutto il contrario, tanto più che in questa zona di edilizia popolare sono concentrati ben tre grandi impianti di distribuzione di carburanti. 

Quanto avvenuto insomma è ben lontano dai principi ispiratori della carta di Aalborg alla quale Roma aderì già dal 27 maggio 1994, in particolare è in aperto contrasto con quanto stabilito nel punto 7 e 9 della prima parte:

I.7 "Le città sono consapevoli del fatto che i poveri costituiscono le principali vittime dei problemi ambientali (inquinamento acustico ed atmosferico causato dal traffico, carenza di spazi ricreativi, abitazioni malsane, carenza di spazi all'aperto) e al tempo stesso sono la parte della popolazione che dispone di meno possibilità per risolvere tali problemi. L'ineguale distribuzione della ricchezza è causa di comportamenti insostenibili e, al tempo stesso, della rigidità a modificarli. Le città intendono integrare i bisogni sociali fondamentali dei cittadini, di adeguati programmi sanitari, occupazionali ed abitativi, con la protezione ambientale. Esse intendono imparare dalle iniziali esperienze di stili di vita sostenibili in modo da poter agire per il miglioramento della qualità della vita dei cittadini piuttosto che favorire semplicemente una massimizzazione dei consumi."

I.9 Modelli sostenibili di mobilità urbana

"Le città si impegneranno per migliorare l'accessibilità e sostenere il benessere sociale e lo stile di vita urbano pur riducendo la mobilità. E' divenuto ormai imperativo per una città sostenibile ridurre la mobilità forzata e smettere di promuovere e sostenere l'uso superfluo di veicoli a motore. Sarà data priorità a mezzi di trasporto ecologicamente compatibili (in particolare per quanto riguarda gli spostamenti a piedi, in bicicletta e mediante mezzi pubblici) e sarà al messa al centro degli sforzi di pianificazione la realizzazione di una combinazione di tali mezzi. I mezzi di trasporto individuali dovrebbero avere nelle città solo una funzione ausiliaria per facilitare l'accesso ai servizi locali e mantenere le attività economiche della città."

Se gli impegni sottoscritti nella Carta di Aalborg erano ritenuti validi e necessari ieri (1994), perché a maggior ragione non dovrebbero esserlo oggi nel pieno di una transizione ecologica alla quale viene attribuito carattere di urgenza?

GRAZIE ROMA

Grazie ENI

La questione dei tre distributori di carburanti su via di Tor Bella Monaca non può essere ridotta al solo rispetto delle normative di sicurezza dal rischio incendio, ma va considerata a 360 gradi sotto i profili urbanistici e ambientali che determinano poi la vivibilità e correlata qualità di vita delle aree residenziali circostanti.

I tre distributori probabilmente rispetteranno le normative di sicurezza come quelle riferite alla distanza minima dalle abitazioni, ma sicuramente tali normative non tengono in minimo conto:

  1. né dell'inquinamento atmosferico prodotto dai COV,
  2. né dell'inquinamento acustico prodotto dai compressori di gas per autotrazione (per i quali occorrerebbero distanze ben maggiori),
  3. né dell'opportunità urbanistica della loro installazione in un contesto residenziale che già soffriva per l'inquinamento acustico e atmosferico prodotto da via Tor Bella Monaca,
  4. né del maggior irraggiamento termico dovuto alla sostituzione di un'area verde con un'area cementata (isola di calore).

Vogliamo porre sul tavolo (visto che neanche sono riposti in qualche cassetto) una serie di problemi che una pubblica amministrazione al servizio dei cittadini e del bene comune (e non dell'automobile) non può eludere soprattutto se animata da principi di sostenibilità, qualità della vita e sicurezza, oggi più che mai irrinunciabili.

Via di Tor Bella Monaca non deve essere vista come un'autostrada dove installare accoppiati in entrambi i sensi di marcia grandi distributori di carburanti. Via di Tor Bella Monaca è una via urbana che già costituiva, per una parte dei residenti dell'omonimo quartiere, una fonte di inquinamento acustico e atmosferico. Aggiungervi e sommarvi ulteriore inquinamento prodotto sia dai distributori che dal traffico indotto dai rifornimenti di carburante non ne fa un esempio di buon governo del territorio urbano.

Le periferie vanno pensate e costruite in funzione dei cittadini e del loro futuro, non dell'automobile o altri interessi.

Un qualsiasi intervento sul territorio non può essere realizzato a prezzo della vivibilità residenziale di una parte dei cittadini, tanto meno se insostenibile sul profilo ambientale.

 

Roma già nel 1994 aveva sottoscritto la carta di Aalborg, ma certamente poi se ne è dimenticata.

GRAZIE ROMA

Grazie ENI

Al posto dei due distributori di carburante, ai lati del viale, dovreste immaginarvi le preesistenti aree verdi che donavano vivibilità, salute e bellezza, esattamente quelle aree urbane considerate strategiche per la resilienza delle città del terzo millennio.

 

Per dirla tutta lo stesso distributore Eni venne inizialmente proposto in un'area adiacente alla scuola elementare tra via di Tor Bella Monaca e via Aspertini. Fu solo grazie alle proteste e all'attivismo di genitori e cittadini che tale ipotesi venne scongiurata, ma evidentemente questo non bastò ad evitare il terzo distributore su via di Tor Bella Monaca, privandola di parte del verde.

Quando poi la preesistente area verde venne transennata e nonostante la protesta di alcuni residenti vennero comunque avviati i lavori di costruzione del distributore ENI, i cittadini non furono adeguatamente informati del progetto di inserire in vicinanza delle abitazioni anche i compressori per la distribuzione del GPL e metano per autotrazione, che costituirono invece la gradita sorpresa.

Questo metodo di non informare i cittadini, di non coinvolgerli nelle decisioni, magari con pubbliche assemblee, quando rilevanti interventi urbanistici sul territorio possono incidere in modo determinante sulla vivibilità di un'area cittadina e sulla qualità della vita di tutti o parte dei suoi residenti, non ci piace affatto e non lo accettiamo e oltretutto viola apertamente il punto 13 della prima parte della Carta di Aalborg che riconosce  il "ruolo fondamentale dei cittadini e il coinvolgimento delle Comunità" 

la città è di tutti, soprattutto dei cittadini residenti!

I progetti vanno discussi e condivisi con i cittadini nelle finalità, nella sostenibilità e nelle alternative, per ottenere risultati di maggiore vivibilità, non certo situazioni o condizioni di invivibilità.

Un consiglio ai cittadini:

Non acquistate case in prossimità di aree verdi appartenenti al Comune. Un domani potreste trovarvi al fianco un mega distributore di carburanti comprensivo di Gpl e Metano. Oltre all'innegabile arricchimento ambientale e al maggior pregio acquisito dal vostro immobile, costato anni di impegni e sacrifici, riceverete in omaggio  il piacevole sottofondo musicale prodotto dai compressori di gas abbinato all'offerta di deliziosi profumi.

Sarete invidiati da tutti! 

GRAZIE ROMA

 

Il destino dei condomini, in riferimento al contesto ambientale e alla vivibilità degli stessi, sembra prevalentemente deciso e governato da volontà e interessi estranei ai residenti.

Volontà e interessi quasi sempre in aperto conflitto con gli interessi dei residenti.

Se questa è la torta, la ciliegina finale la mette il Comune nel suo ruolo di arbitro super partes, che se non deludente è quasi sempre assente e non in linea con i valori di una moderna e lungimirante visione urbanistica.

A conferma dell'assunto i prossimi interventi nel Blog riguarderanno:

  • I marciapiedi, quando anziché essere ampliati in favore di una maggiore pedonalità e vivibilità, come richiesto da una moderna urbanistica, si preferisce al contrario sospendere i lavori di ampliamento già avviati rinunciandovi definitivamente. Succede a Tor Bella Monaca quando il Comune, abdicando al suo ruolo di arbitro super partes in difesa dell'interesse comune, si arrende alla protesta di alcuni negozianti contrari all'ampliamento, aventi una miope visione del commercio. Infatti è risaputo che sono gli stessi negozianti a ricredersi delle proprie erronee convinzioni quando alla maggiore pedonalità vedono corrispondere anche un aumento delle loro attività commerciali.
  • le sale giochi, che aperte anche nelle ore notturne sono spesso causa di continui schiamazzi, frequenti risse e insicurezza sociale vissuta dai condomini.
  • I proliferanti autolavaggi condominiali, che sono spesso la causa di allagamenti nelle sottostanti cantine dei condomini.

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