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Altrimenti ci arrabbiamo!

Le parole d'ordine:

Interoperabilità...

Riconversione a scartamento ordinario...

Miglioramento strutturale...

È sufficiente andare nella vicina e confinante Svizzera per rendersi conto che almeno per i due ultimi punti le cose non stanno esattamente così. Si, lì certamente l'intera rete tranviaria essendo a scartamento metrico non soffre di problemi di interoperabilità, ma lo scartamento ridotto nelle città svizzere è ampiamente utilizzato e trova ancora occasioni di sviluppo. Le sue performance sono invidiabili proprio per la sua estrema adattabilità ai percorsi sia urbani che suburbani o extraurbani, come nel caso del tram-treno Zurigo-Esslingen, anzi questa è la vera interoperabilità!

Occorre aggiungere che nelle maggiori città Svizzere le reti tranviarie convivono con quelle ferroviarie S-Bahn a scartamento ordinario. cioè del tutto simili ai nostri SFM.

Nei seguenti video quattro esempi di linee ferrotranviarie a scartamento metrico.


La miopia italica non è solo temporale, è anche spaziale!

Non abbiamo visione di futuro, né degli esempi a noi vicini.

Le nostre pubbliche amministrazioni sono spesso inclini a barattare il futuro e la sostenibilità con meschini contingenti interessi di bottega, come nel caso di Genova dove si è preferito il filobus al tram e tutto per ragioni interne all'AMT legate ai finanziamenti e al bilancio, ma stupisce quando poi anche il governo centrale anziché svolgere quella funzione di controllo, indirizzo e progettualità verso scelte sostenibili, faccia poi anche lui la sua parte con scelte discutibili e contestate, come nel caso di Roma, vincolando i finanziamenti della Roma-Giardinetti alla riconversione a scartamento ordinario.

Resta evidente il fatto che il MIT, avendo in mano la leva dei finanziamenti, abbia deciso nella sua autonomia che la modifica  dello scartamento fosse un indubitabile miglioramento strutturale non tanto in relazione all'interoperabilità con la restante rete tranviaria, quanto piuttosto della linea in se stessa, ma questo non mi sembra che abbia valide motivazioni "scientifico-trasportistiche" se andiamo appunto a confrontarci con i più evoluti sistemi ferroviari svizzeri. Inoltre credo che le valutazioni sull'interoperabilità siano di più stretta competenza del Comune di Roma che non del Ministero.

Siamo il paese dove si tiene tutto insieme, luce e buio, senza mai una scelta netta di campo, antifascismo col fascismo, la Resistenza e la Liberazione con partiti fascisti, la ricchezza con la povertà, la giustizia con l'ingiustizia, la pace con la guerra (F35), la bellezza con l'orrore, eccetto in questo caso dove si fa una scelta netta (a parole comunque) per lo scartamento ordinario del trenino giallo, dove nella Roma eterna, ma senza visione di futuro, a differenza della troglodita Svizzera lo scartamento ridotto non può coesistere con quello ordinario.

 

Non si fa invece la scelta netta a monte, quella che conta di più, cioè una decrescita della motorizzazione unita ad un diverso disegno e funzionalità degli spazi urbani destinati ai pedoni, ciclisti, trasporto pubblico, auto, penalizzando quest'ultima con riduzione della velocità e degli spazi di agibilità e favorendo al contrario i primi tre con percorsi pedonali ben progettati, piste ciclabili e corsie preferenziali con asservimenti semaforici per bus, tram e ...trenini!

La questione della demotorizzazione resta centrale nel determinare gli spazi urbani dedicati ai pedoni, ai ciclisti, al trasporto pubblico. Marciapiedi più larghi, isole pedonali, fermate del trasporto pubblico più ampie e funzionali, corsie preferenziali, piste ciclabili, parcheggi condominiali, deturpanti distributori di carburanti fossili, vivibilità, tutto è correlato in un processo feedback ai livelli di motorizzazione, in un circolo che potrà essere virtuoso come distruttivo. Più auto vi sono, meno saranno gli spazi sociali.

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Nota: Ho meglio specificato la parola d'ordine all'inizio con "Riconversione" per coloro che non essendo di Roma non fossero a conoscenza della riconversione a scartamento ordinario come condizione posta alla concessione dei finanziamenti per la ferrovia Roma-Giardinetti.

Aggiornato 8/5/20

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